Il progetto Insieme nella Cura si attua sul territorio provinciale di Reggio Emilia. Un territorio in cui il fenomeno dell’immigrazione è particolarmente significativo, sia in termini quantitativi che per le specifiche caratteristiche qualitative.

Al 1° gennaio 2010 gli immigrati in Provincia di Reggio Emilia erano 64.512, pari al 12,3%. sul totale della popolazione. Il dato conferma un trend di serie storica essendo già, nel periodo 2005-2008, la Provincia con il saldo migratorio più alto in Emilia Romagna.
In 10 anni (2000-2009) gli immigrati sono cresciuti di 50.000 unità, pari a circa l80% dell’aumento demografico della popolazione provinciale nello stesso periodo.

Marocco, Albania, India, Pakistan, Cina, Romania sono le nazionalità che rappresentano, nel 2009, il 57,5% del totale degli immigrati. La nazionalità con il maggiore tasso di crescita è quella rumena.
Nel 2009 l’incidenza dei lavoratori stranieri sul totale degli occupati è stata pari all’11,6%, per un totale di 35.779. Il settore nel quale è stimata la quota di occupazione immigrata maggioritaria e ad altissima percentuale (oltre il 90%) di occupazione femminile, è quello delle badanti. In Provincia di Reggio le badanti sono stimate pari a circa 12.000 (5.680 regolarmente assunte -dato al 31.10.2009-) ed assistono, nel solo Comune di Reggio Emilia, oltre 3.500 anziani. Alle badanti si sommano 3.331 lavoratrici e lavoratori immigrati, avviati al lavoro nell’area socio-sanitaria nel periodo 2005-2009. Il lavoro assistenziale e di cura è un’attività ad alta valenza strategica, che il territorio intende valorizzare. Ciò per l’elevato assorbimento di lavoro femminile immigrato, ma anche per il rilievo nella costruzione di coesione sociale e di politiche di conciliazione.

Rispetto al quadro sopra delineato, il settore presenta però anche criticità che necessitano di essere affrontate con un ruolo di forte governance istituzionale.
Gli esiti di una recente ricerca-azione condotta sul territorio provinciale dal progetto DIADE hanno evidenziato che, pur in presenza di una ricca offerta territoriale di servizi per la formazione e l’inclusione, le badanti ancora oggi: a) sono in condizioni di lavoro prevalentemente irregolare, b) operano senza la formazione professionale richiesta dal ruolo di assistente familiare, c) vivono una condizione di forte isolamento sociale e professionale e sono a rischio di abusi.

La conclusione a cui è giunto DIADE è che il problema della condizione delle donne badanti, nella sua complessità, ha carattere trasversale, richiede il coinvolgimento di numerosi servizi e l’attivazione di una rete territoriale. Per fare ciò è essenziale che gli operatori dei servizi conoscano approfonditamente: a) le peculiarità e le dinamiche del fenomeno del badantato, b) le condizioni sociali, lavorative e di inclusione delle lavoratrice immigrate della cura, c)gli indicatori di rischio di abuso od esclusione. Proprio questi obiettivi formativi verranno perseguiti nell’ambito di Insieme nella cura.